di Valentina Pietrocola
FOGGIA | Poche cose nella vita danno soddisfazioni, il calcio è una di queste.
Quando inizia una partita significativa quei novanta minuti sono per un vero tifoso un misto di angoscia e speranza: si ha paura, paura che questa volta la palla non girerà come deve girare, paura che la deconcentrazione dei calciatori influisca sull’esito del match, paura che l’arbitro non faccia in maniera giusta il proprio mestiere.
Tutto ciò non è successo oggi: l’ansia e la paura si sono trasformati in gioia e festa. É un grande giorno per il Foggia e il giorno in cui il mister Paladino ce l’ha fatta, è riuscito ad entrare da vincitore nella favolosa e alle volte sfortunata storia del Foggia calcio.
La Storia si sa tende a ripetersi, ma la straordinaria capacità del destino non ha limiti: agli occhi dei tifosi ultras la data del 6 aprile apre un ferita lunga dieci anni. Era il 6 aprile del 2004 quando il Foggia calcio dichiarò fallimento, dieci anni in cui il tifoso ha sperato, gioito, ha lottato per difendere la propria squadra nei vari passaggi di proprietà, ha creduto nei play off, ha pianto dopo i play out, ha sgranato gli occhi credendo in una nuova Zemanlandia, è rimasto quando il Foggia è caduto nei dilettanti.
Ma ora non serve parlare del passato, dieci anni di lotte passano all’oblio dopo questa straordinaria vittoria: una partita al cardio palma quella giocata oggi pomeriggio alle ore 15.00 allo stadio Zaccheria di Foggia. Il mister decide di non cambiare squadra, perché si sa squadra che vince non si cambia, e così al fischio dell’arbitro scendono in campo: Narciso, Colombaretti, Sciannamè, Agnelli, Loiacono, Filosa, Agostinone, Sicurella, Giglio, Cavallaro, D’Allocco.
La fascia da capitano spetta proprio a lui Cristian Agnelli, foggiano di nascita e nel sangue: un emozione doppia per lui oggi più che mai, disputa infatti la partita significativa per la successione in lega Pro nel suo stadio e festeggia sotto la curva sud dei tifosi.
La partita viene giocata con estrema sicurezza contro la squadra avversaria il Poggibonsi, gli ultimi minuti sono attimi intensi e la magia del momento è incorniciata da un goal favoloso nell’angolo alto alla sinistra del portiere: l’artista è proprio lui il bomber Giglio, che imbeccato da Sicurella porta il Foggia in vantaggio. Nessun, se non un tifoso, può capire quanto di magico ci sia dietro ai quei piedini che corrono, a quella palla che alzandosi in aria taglia il vento e penetra la rete all’incrocio dei pali, è un attimo.
Lo Zaccheria esplode, il boato è enorme, in più pochi attimi dopo arriva la notizia che il Sorrento ha battuto il Tuttocuoio. Triplo fischio dell’arbitro il match è concluso. Il Foggia è in Lega Pro. Le urla invadono la curva, le trombette iniziano a suonare, gli striscioni a sventolare seguendo il movimento del vento.
La storia si ripete è vero, è ancora 6 aprile ma questa volta c’è solo che da festeggiare.
Domenica 6 aprile 2014
Ultima modifica:
domenica 6 aprile 2014
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